Il tonno in scatola è un alimento molto diffuso e apprezzato in tutto il mondo, grazie alla sua praticità, al suo sapore e alla sua versatilità in cucina. Tuttavia, negli ultimi anni, ci sono state molte discussioni riguardo all’uso dell’olio nel tonno in scatola e al suo potenziale impatto sulla salute. Molti si chiedono se l’olio presente nel tonno in scatola faccia male o se sia sicuro da consumare regolarmente. In questo articolo, analizzeremo nel dettaglio cosa comporta il consumo di tonno in scatola in olio e se è davvero dannoso per la nostra salute.
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Tipi di tonno in scatola: olio o acqua?
Il tonno in scatola viene generalmente conservato in due modi: sott’olio o al naturale, ovvero in acqua. Entrambi i tipi di conservazione hanno i loro vantaggi, e la scelta tra l’uno e l’altro dipende spesso da preferenze personali, ma anche da considerazioni nutrizionali. Il tonno conservato in acqua è percepito come una scelta più salutare, poiché contiene meno calorie e grassi rispetto a quello sott’olio. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti da considerare riguardo al tonno conservato in olio.
L’olio nel tonno in scatola: qual è il problema?
Il principale motivo per cui alcuni consumatori sono preoccupati riguardo al tonno in scatola sott’olio è l’apporto calorico e di grassi aggiunto dall’olio. Di solito, il tonno viene conservato in olio di semi, come quello di girasole o soia, o in olio di oliva. L’olio di semi, pur essendo una fonte di grassi insaturi, che sono generalmente considerati benefici per la salute, contiene una quantità di calorie significativamente maggiore rispetto all’acqua. Questo fa sì che, una volta sgocciolato, il tonno in olio abbia un contenuto calorico più elevato rispetto a quello al naturale.
Ad esempio, 100 grammi di tonno in scatola sott’olio possono fornire circa 200-300 calorie, mentre lo stesso quantitativo di tonno al naturale contiene meno di 150 calorie. Questo può essere un fattore determinante per chi sta seguendo una dieta ipocalorica o cerca di controllare il proprio peso. Tuttavia, sgocciolare bene il tonno può ridurre significativamente l’apporto di grassi e calorie, rendendo questo alimento più gestibile in termini calorici.
Olio di semi vs olio di oliva
Un’altra considerazione importante riguarda il tipo di olio utilizzato per conservare il tonno. Molti tonni in scatola utilizzano olio di semi, come quello di girasole o di soia, che, pur essendo ricco di grassi insaturi, può avere un rapporto sfavorevole di omega-6 rispetto agli omega-3, presenti naturalmente nel tonno. Un consumo eccessivo di omega-6 rispetto agli omega-3 può favorire l’infiammazione nel corpo, che è associata a vari problemi di salute, come malattie cardiache e disturbi metabolici.
D’altro canto, il tonno conservato in olio d’oliva può rappresentare una scelta più salutare. L’olio d’oliva, soprattutto quello extravergine, è ricco di acidi grassi monoinsaturi, che sono noti per i loro effetti benefici sulla salute cardiovascolare. Questi grassi aiutano a ridurre il colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”) e possono migliorare la salute del cuore. Tuttavia, anche il tonno in olio d’oliva ha un apporto calorico più elevato rispetto a quello conservato in acqua, quindi è sempre consigliabile consumarlo con moderazione.
Il tonno in scatola è pericoloso per il mercurio?
Oltre alla questione dell’olio, un’altra preoccupazione comune legata al tonno in scatola è la possibile contaminazione da mercurio. Il mercurio è un metallo pesante che può accumularsi nei tessuti dei pesci, soprattutto quelli di grandi dimensioni come il tonno. Il consumo di elevate quantità di mercurio può avere effetti negativi sulla salute, in particolare sul sistema nervoso e sullo sviluppo del cervello nei bambini.
Tuttavia, il tonno in scatola di solito proviene da specie di tonno più piccole, come il tonnetto striato, che ha livelli di mercurio inferiori rispetto al tonno di maggiori dimensioni, come il tonno pinna gialla o il tonno rosso. Gli esperti raccomandano di limitare il consumo di tonno in scatola a 2-3 porzioni a settimana, specialmente per le donne in gravidanza e i bambini, ma in generale, il tonno in scatola può far parte di una dieta equilibrata senza particolari rischi per la salute.
Benefici del tonno in scatola
Nonostante le preoccupazioni legate all’olio e al mercurio, il tonno in scatola ha numerosi benefici nutrizionali. È una fonte eccellente di proteine di alta qualità, che sono essenziali per la costruzione e il mantenimento dei muscoli, oltre a fornire una sensazione di sazietà che può aiutare a controllare l’appetito.
Il tonno è anche ricco di acidi grassi omega-3, che sono noti per i loro effetti antinfiammatori e benefici per la salute cardiovascolare. Questi grassi aiutano a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue e migliorano la funzione delle arterie, riducendo il rischio di malattie cardiache.
Inoltre, il tonno in scatola è una fonte importante di vitamine e minerali, come la vitamina D, essenziale per la salute delle ossa e del sistema immunitario, e il selenio, un minerale con proprietà antiossidanti che protegge le cellule dai danni ossidativi.
Conclusione: il tonno in scatola e l’olio fanno davvero male?
La risposta alla domanda “il tonno in scatola in olio fa davvero male alla salute?” dipende in gran parte dal contesto e dalle abitudini alimentari di ciascuno. Consumare tonno in scatola in olio, soprattutto se si tratta di olio d’oliva, può essere una scelta salutare se fatto con moderazione e in combinazione con una dieta equilibrata. L’importante è limitare l’apporto calorico e di grassi attraverso una corretta gestione delle porzioni e preferire tonno in olio d’oliva rispetto a quello in oli di semi meno salutari.
Scegliere di alternare tra tonno al naturale e tonno sott’olio può aiutare a bilanciare l’apporto di grassi e calorie, mantenendo tutti i benefici nutrizionali del tonno. Come sempre, la chiave è la moderazione: il tonno in scatola può essere un ottimo alimento da includere nella tua dieta, purché venga consumato consapevolmente.